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Urla di porco

La Habana, marzo 2013

La Habana, marzo 2013

Ci hanno accompagnato per tutta Cuba. A Viñales il porco poteva essere legato a un carretto trainato da un cavallo e trascinato con forza con una fune. A Trinidad quando non era legato sulla cassetta dietro della bicicletta lo si assicurava con corde alla motocicletta. A Gibara invece lo si sollevava per le zampe posteriori e lo si trasportava a peso. Poi si camminava con indifferenza come se al posto di un porco si avesse per mano un bambino capriccioso. Il porco si dimenava tutto contorcendosi e urlando. A Bayamo nonostante la bocca aperta le sue urla cessavano, silenziate dallo spiedo infilato nel culo e colante grasso. Poi si infieriva sul cadavere e dopo un’ora l’animale scompariva divorato dalle fauci umane. Nel centro di La Habana la sua testa giaceva muta in una pozzanghera.

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One Response

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  1. spleen says

    Queste urla mi hanno ricordato quelle, di cinghiale però, che io, poco dopo la Futa, volevo spacciarvi per umane :)