Pubblicato su casoesse.org il 14 marzo 2012.
Herman Melville, Moby Dick, Garzanti Editore, 2010 (I edizione 1966), pp. 512, trad. di Nemi D’Agostino
«Torna via con me! Usciamo da queste acque di morte! Torniamo a casa! […] Andiamocene via! Andiamo via! Lasciatemi cambiare rotta subito! Come sarà bello, come sarà divertente, capitano, se torniamo a ruzzolare verso la nostra vecchia Nantucket!»
Ditemi come si fa a recensire Moby Dick?
È come fare il censimento del Complexo do Alemão (Rio de Janeiro), uno dei più grandi agglomerati di favelas del sudamerica, a piedi e con solo una penna. Non ce la si può fare. Primo: la penna si scaricherà dopo pochi passi (si avete capito bene passi). Secondo: ti perdi è inevitabile che ti perdi in quel mare di viuzze amianto e mattoni. Ti perdi e ti sorprendi e finisce che non ti importa più niente di contare le persone, di annotare i luoghi. Semplicemente ti lasci trasportare dalla corrente, fai il morto a galla. La penna ormai è scarica. Ti fermi ad osservare, ad ascoltare, galleggi su quella nuova realtà liquida naso all’insù, ti rigiri naso all’ingiù, tenti di capirci qualcosa in quell’azzurro. Ma quando meno te l’aspetti la riflessione, il tentativo di comprensione, la quiete, viene interrotta dalla tempesta, e pluf ci scivoli dentro alla realtà liquida. Sei nel nuovo mondo ora e tieni il respiro. Hai paura del nuovo. Sei un palombaro inesperto e torni su rapido, fuggi, rischi l’embolia. Respiro. Aria fredda nei polmoni. Cerchi di capire, rifletterti nell’acqua, cerchi ancora comprensione ma – ancora – non la trovi. Qualche forza divina ti rispinge sotto il livello del mare, apnea, confusione, paura, lotta, strazio. Riflessione e conflitto. Massimi sistemi e quotidianità di un affavellado, di un marinaio, di un mondo che non conosci ma che presto imparerai ad assaporare. Melville è lì apposta per te, è la guida del Complexo do Alemão, ti tende la mano, ti offre la grande opportunità di esplorare l’America. Puoi accettare o meno. Puoi fidarti di lui e arrivare all’ultima casa o avere troppa paura e crollare. Infrangere la lettura di quella strana realtà che credi non ti appartenga e tornare alle tue sicurezze: la teleferica per i turisti, le cartoline, le foto sul Corcovado in compagnia – ancora una volta – della terrificante bianchezza del Cristo Redentor. Oppure puoi accettare la sfida ed entrare nella tana della balena bianca e seguire Caronte all’inferno tra corpisanti, aquiloni, mostri, bambini, fuochi fatui e naufraghi.
Smettetela di leggere finte recensioni di Moby Dick. Leggete Moby Dick.
Accompagnamento musicale alla lettura.
Capossela incontra Melville e non solo in:
Vinicio Capossela, Marinai, profeti e balene, 2011.
Qualche assaggio.
La bianchezza della balena (cfr. cap. XLII di Moby Dick).
I fuochi fatui (cfr. cap. CXIX e ss. di Moby Dick).