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I desaparecidos del Mediterraneo e La via del pepe di Massimo Carlotto e Alessandro Sanna

Pubblicato su Carmilla il 28 aprile 2015.

«Ma come, la Morte sa raccontare storie?» domandò Amal.

Qualche giorno prima dell’eccidio del 19 aprile 2015, che ha visto la scomparsa di oltre 800 persone nelle acque del Mediterraneo, ho letto La via del pepe: finta fiaba africana per europei benpensanti scritto da Massimo Carlotto e illustrato da Alessandro Sanna per le edizioni E/O. Poche parole e colori essenziali: tinte azzurre come il mare che diventa abisso e una storia leggera come un corpo che fluttua verso i fondali del Mediterraneo. I protagonisti di questa finta fiaba sono il mare, la morte e Amel, che in arabo significa «speranza». Amel porta chiusi stretti nel pugno cinque grani di pepe donatigli dal nonno Boubacar Dembélé, «guaritore, saggio, poeta, narratore delle storie della settima via del sale e custode dei segreti del foggara, l’arte di scavare i pozzi nel deserto». Quei grani rappresentano la speranza di una salvezza, da stringere forte per non cadere dalla prua del peschereccio Firouz e per resistere, una volta caduti, alle onde. Lampedusa è vicina ma nello specchio di mare che separa le coste africane dall’isola che un tempo fu porto franco per marinai e pirati, cristiani e musulmani, si nascondono le migliaia di fuochi fatui che alimentano la fiaccola della Santissima dei Naufragati. Una santa dal grembo azzurrissimo e dal viso nero come l’ebano.

Qualche giorno prima dell’eccidio del 3 ottobre 2013, che ha visto la scomparsa di circa 400 persone nelle acque del Mediterraneo, leggevo invece Le irregolari. Buenos Aires Horror Tour di Massimo Carlotto, edito sempre dalle edizioni E/O. Un libro terribile che scava lo stomaco, un viaggio nelle atrocità della dittatura argentina e nel vuoto clinico creato dalla sistematizzazione delle pratiche di desaparición, probabilmente il miglior libro in italiano sul regime militare e la resistenza delle donne argentine alla repressione. Ma cosa c’entra l’Argentina con il Mediterraneo? Continued…

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Ricordarmi di – Il tangram di Yves Pagès

10958544_1572597106317510_687758359_nPubblicato su Carmilla il 15 aprile 2015

Yves Pagès, Ricordarmi di, L’orma, trad. Manganelli M. e Trabucchi E., L’orma, 2015, pp. 139, € 11.00

Ricordarmi di è l’autobiografia a frammenti – parziale ed incompleta – dello scrittore ed editore francese Yves Pagès. Uno scavo nella memoria che non presenta nessuna innovativa sperimentazione letteraria, non nascondendo – fin dal titolo – la parentela con il più celebre Mi ricordo di Georges Perec, a sua volta debitore del meno famoso I remember di Joe Brainard.

Un’idea non proprio originale si potrebbe dunque contestare all’autore, che però ribatterebbe ricordandoci che il furto in letteratura è cosa sacra, perché chi non ruba non s’ibrida e chi ricerca la purezza del proprio stile, per dirla con Gipi, è un «misero»: «le gabbie sono per chi vuole essere schiavo se no ne fai a meno» e lo stile non è altro che «una stronzata da società economica».

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Simone Torino: di poesia, vacche e assistenza sessuale ai disabili

Pubblicato su Carmilla il 31 marzo 2015.

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Simone Torino legge L’anno delle B alla vacca Bianca

Il tempo della poesia privata per inguaribili egoromantici non è mai cominciato. La poesia, da che tempo è tempo, si legge a voce alta e in pubblico: nelle piazze, in montagna, negli spazi sociali e agli animali. La poesia tramanda storie, non è amore e sentimento silenzioso, o meglio è anche amore e sentimento silenzioso, ma non solo quello, è le storie che racconta e che il lettore, sia esso l’autore o meno, rende sue.

Poeta orale e cantastorie Simone Torino ha il culo ben saldo sulla strada. La sua opera si sviluppa dalla prospettiva orizzontale della terra e si contraddistingue per un linguaggio chiaro e diretto, semplice all’ascolto e alla lettura, ma complesso nell’elaborazione. Un linguaggio che per sua struttura e incisività sembra ricordare alle lettrici e ai lettori che le parole sono importanti per tutti: grandi e piccini, oppressi e oppressori, allevatori, farmaciste, assistenti sessuali e poeti. «Tutti gli usi della parola a tutti. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo» annotava Rodari nella sua Grammatica della fantasia. La parola come liberazione dall’apnea che ti coglie in appartamento, dalla rabbia che sale quando l’ultima oliva sguiscia dal piatto, dagli stereotipi e dai suicidi non tollerati.

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Sócrates: vita, morte e rivoluzione in un libro

Pubblicato il 24 febbraio 2015 su Carmillaonline.

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Casagrande e Socrates

Lorenzo Iervolino, Un giorno triste così felice. Sócrates, viaggio nella vita di un rivoluzionario, 66th and 2th, 2014, pp. 343, € 17.00

Dal giorno della sua morte, la notte del 4 dicembre 2011, si è scritto e parlato molto di Sócrates, il calciatore brasiliano con il nome da filosofo – capitano della nazionale verdeoro ai Mondiali del 1982 e del 1986 – che per studi e aspetto barbudo molti amano associare alla figura di Ernesto Che Guevara. Come l’argentino il “Doutor” aveva studiato medicina e come lui intraprese un viaggio controcorrente che durò una vita. Non fu però uno yatch dal nome nordamericano ma una squadra di calcio di São Paulo, il Corinthians, a rendere palese al mondo la volontà di imbarcarsi in un’impresa rivoluzionaria. Continued…

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Sócrates: Italia-Brasile 3-2 — Mundial 1982

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Sócrates e Zico

Un estratto dal bel libro di Lorenzo Iervolino, Un giorno triste così felice. Sócrates, viaggio nella vita di un rivoluzionario  66th and 2th, 2014, pp. 343, € 17.00

Testo: Lorenzo Iervolino

Voce: Simone Scaffidi L.

Musica e parole in sottofondo: Clara Nunes, Canto das três raças

Per ascoltare clicca qui: Sócrates, Un Giorno Triste Così Felice, testo di Lorenzo Iervolino, voce di Simone Scaffidi L

 

 

 

 

 

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Kina, come macchine impazzite

Pubblicato su Carmilla il 16 dicembre 2014.

Gianpiero Capra, Stephania Giacobone, Come macchine impazzite. Il doppio sparo dei Kina, Agenzia X, 2014, pp. 249, € 15.00

I Kina: Sergio Milani, Gianpiero Capra e Alberto Ventrella

I Kina: Sergio Milani, Gianpiero Capra e Alberto Ventrella

Quello tentato da Stephania Giacobone, Gianpiero Capra – bassista storico dei Kina – e dalla casa editrice Agenzia X è un esperimento ambizioso: raccontare il punk come uno sparo ancora vivo e non come il simulacro nostalgico di un tempo ormai passato e sorpassato.

A dare linfa a quest’idea è il racconto di una ragazza nata nel 1987, una fan postuma arrivata quando tutto quello che i Kina hanno scritto è già stato suonato e risuonato. Appena il tempo per assistere a qualche reunion brizzolata. Stephania vive l’infanzia a Courmayeur e poi si trasferisce ad Aosta ma non si trova a suo agio né nel piccolo paese ai piedi del Monte Bianco, né in quella che si ostinano a chiamare città ma in realtà è soltanto un paese più grande degli altri. Cerca una via di fuga. Vuole scappare da una Valle che per lei altro non è che una camera anecoica, dove un loop di grida ed indifferenza esce da un amplificatore che ha le sembianze di un padre oppressivo e claustrofobico. Urlare contro le montagne non serve, contribuisce solo a confermare la condizione di spaesamento che si prova quando ci si rende conto di essere soli. L’eco ritorna indietro sempre uguale e moltiplica la rabbia del proprio disagio. Continued…

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La Brigada para leer en libertad: Paco I. Taibo II intervista Noam Chomsky

Pubblicato su Carmillaonline il22 novembre 2014.

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Paco Ignacio Taibo II

La XIV Feria Internacional del Libro di Città del Messico svoltasi nello storico Zocalo, cuore dell’impero azteca prima e centro del potere colonialista poi, ha visto il coinvolgimento nell’organizzazione degli eventi della Brigada para leer en libertad, garantendo così un terreno fertile per discutere di letteratura e utopia. La Brigada para leer en libertad è un’associazione culturale nata nel 2010 con l’obiettivo di incentivare la lettura e lo studio della Storia messicana. Fra gli animatori e le animatrici del progetto compaiono tra gli altri il nome dello scrittore Paco Ignacio Taibo II e della sua compagna Paloma Sáiz Tejero. La brigata si occupa di cultura e letteratura con la consapevolezza del valore sociale che questo implica, la sua azione non si limita  all’organizzazione di presentazioni e festival letterari indipendenti e internazionali, al recupero di libri altresì condannati al macero e all’edizione di numerosi titoli, ma aspira a creare laboratori permanenti e territoriali per la condivisione dei saperi. Ne sono una prova la trentina di biblioteche di quartiere che la brigata ha contribuito a creare, così come i tianguis (termine con il quale si definisce il mercato tradizionale di epoca pre-ispanica in Centro America) di libri disseminati per le piazze del Distretto Federale.

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La Fiera Internazionale del Libro di Città del Messico si è svolta dal 10 al 19 ottobre, tra i molti incontri organizzati dalla Brigada para leer en libertad anche quello in videoconferenza con il linguista statunitense, e molto altro, Noam Chomsky. Vi proponiamo di seguito la traduzione dell’intervista a cura di Simone Scaffidi Lallaro che ha visto alternarsi le voci di Paco Ignacio Taibo II, del giornalista de “La Jornada” Fabrizio Mejía Madrid e di Noam Chomsky. Continued…

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Julio Cortázar nell’era digitale

Pubblicato su Sur il

Di Cortázar si è detto tutto e il contrario di tutto: pubblichiamo oggi un approfondimento sul fenomeno che lo scrittore, a cento anni dalla sua nascita, ha suscitato sui social network e non solo, e ne approfittiamo per ricordarvi l’appuntamento di questa sera con «Queremos tanto a Julio», presso la Casa Argentina di Roma alle 18.30.

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Illustrazione di Petito Arturo David

di guardagujas
traduzione di Simone Scaffidi Lallaro

Gli scrittori messicani Julio Romano, Adolfo Córdova, Agustín Fest e Martín Range esplorano alla Feria Universitaria del Libro di Pachuca de Soto, Hidalgo, i legami tra l’opera dell’argentino, la letteratura giovanile e per l’infanzia e il fenomeno che si è riversato sui social network.

«Propongo un esercizio semplice: quante ragazze delle nostre Fan Pages hanno cambiato i loro nomi in “La Maga”, quante altre sono “Cronopio” o “@cronopio”? Se Cortázar avesse Twitter la sua foto di copertina sarebbe quella di Charlie Parker», afferma Martín Rangel, premio statale di poesia Efrén Rebolledo 2014, il quale conferma così la febbre che lo scrittore ha scatenato sui social network e spiega che l’argentino, proprio come Rubén Darío, è uno di quei casi paradossali che attraggono un pubblico di massa. Continued…

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Elogio dell’anarchismo di J. C. Scott

Pubblicato su Carmillaonline il 31 ottobre 2014.

James C. Scott, Elogio dell’anarchismo. Saggi sulla disobbedienza, l’insubordinazione e l’autonomia, Elèuthera, 2014, trad. Alberto Prunetti,  pp. 174, € 14,00

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Spread Anarchy. Don’t tell me what to do

I ventinove “frammenti” di James C. Scott raccolti in Elogio dell’anarchismo – il nuovo volume edito da Elèuthera e tradotto da Alberto Prunetti – vanno a comporre un quadro incompleto e non strettamente apologetico – come si potrebbe dedurre dal titolo – di un pensiero troppo spesso relegato alla nebulosa dell’utopia e privato della natura spontanea e creativa che lo determina. «In geometria, due punti fanno una retta. Ma quando il terzo, il quarto e anche il quinto punto cadono tutti sulla stessa linea, allora è difficile non fare i conti con tale coincidenza» (p. 7), è partito da qui l’antropologo e scienziato politico di Yale, dall’apparente inconsapevolezza del suo anarchismo e da qui ha cominciato a scandagliare quella linea irregolare e discontinua che è il pensiero anarchico. Senza timore, e con la convinzione che reciprocità e autonomia garantiscono, Scott è saltato sul filo della contraddizione e ha provato a guadagnarsi l’equilibrio precario necessario a radicalizzare il discorso senza perdere il filo da sotto i piedi. Continued…

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Alex Langer a fumetti

Pubblicato su Carmillaonline il 16 ottobre 2014.

J. Frey, N. Gobbi, In fondo alla speranza. Ipotesi su Alex Langer,  Comma 22, 2014, pp. 72, € 13.00

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Alex Langer a fumetti

Un fumetto di realtà come ce ne sono tanti. Uno in più per raccontare la storia di un uomo politico che ha militato in Lotta Continua ed è stato tra i fondatori dei Verdi Italiani. L’agiografia di un eroe ambientalista e pacifista che tutti noi dovremmo conoscere e imitare.

Ecco cosa non è In fondo alla speranza. Ipotesi su Alex Langer.

Nelle 68 tavole che compongono l’opera sceneggiata da Jacopo Frey e illustrata da Nicola Gobbi non troverete nulla di tutto ciò ma le avventure di un portatore di lettere sorpreso da una nevicata di foglie secche e lacerato dalle contraddizioni di un pozzo senza vie di fuga. Un disertore, immerso in un paesaggio autunnale devastato dalla guerra dei Balcani, che viaggia su treni e costruisce ponti, con la consapevolezza che soltanto tradendo la patria si possano gettare i semi della convivenza pacifica tra i popoli. E ancora il racconto di uomo dallo sguardo malinconico e con lo zaino pieno di scheletri. Continued…

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